C’era una volta un mulino con una grande ruota fatta girare dall’acqua del torrente imprigionata nella chiusa del ponte di San Martino.

Nel settecento la famiglia Ferrari decide, seguendo la moda genovese, di costruire una bella  villa sul frantoio per trascorrere l’estate nella tranquillità della campagna  mantenendo tutti gli agi di un palazzo di città: le ampie camere con i soffitti a volta  illuminate da grandi finestre e l’immancabile cappella gentilizia.

Passano gli anni e alla fine dell’ottocento Padre Angelico Bracco, provinciale dei Trinitari fuggito fortunosamente da Napoli e approdato nella natia Torrazza carico di beni e di idee decide di acquistare l’edificio per realizzare un convento. Riesce a mettere la campana che lo ricorda ancora oggi col suo allegro suono ma, ahimé, viene repentinamente chiamato al cielo.

All’alba del novecento il ricchissimo industriale oleario Lorenzo Amoretti rinnova completamente l’edificio: realizza un moderno frantoio a cinque pile e decora l’esterno con i caratteristici decori.

Dopo la seconda guerra mondiale la decadenza dell’olivicoltura locale: il frantoio rimane inoperoso, e la tenuta viene acquistata dalla famiglia Toscano alla ricerca di nuovi terreni sui quali coltivare i garofani di Sanremo (la Riviera dei Fiori diventa sempre più nota).

Per quasi cinquant’anni la bella addormentata ha subito le ingiurie del tempo e degli uomini.

Dopo un paziente lavoro di restauro conservativo, diretto dall’Architetto Erminia Airenti seguendo i dettami della Soprintendenza  genovese, abbiamo recuperato gli intonaci affrescati, gli infissi e parte della pavimentazione realizzando confortevoli abitazioni.

Siamo lieti di offrire la nostra calorosa ospitalità  in un pezzettino di storia all’interno della nostra azienda dove alle produzioni floricole abbiamo affiancato gli ortaggi  il frutteto e l’oliveto.

 

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